MANIE Blog di Matteo Maffucci

(online su Vanity Fair)

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  1. elenagas
     
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    Una bella novità per continuare a dialogare online con Matteo: dopo iNoi, ecco un nuovo blog: MANIA.
    Pronte a scrivere?!!!
    Questo è il link dove potrete trovare tutti i post e commentare:
    mania.vanityfair.it


    ED ECCO IL PRIMO ARGOMENTO...

    11 aprile , 2013

    #maniedellamattina


    La sveglia quando suona, suona, ma la moca è già carica dalla notte precedente.Ho sempre pensato che fosse un’ intuizione , un colpo di genio, una mania a cui non poter rinunciare: svegliarsi, e senza neanche aprire bocca, andare verso la cucina e accendere il fuoco. Che goduria! E’ rassicurante, così come mettermi una tuta, scendere di casa, e andare a comprare i giornali. Sempre quelli, sempre gli stessi, con il giornalaio che appena mi vede mi consegna “il pacchetto” come se fosse un dossier “top secret”.
    -Buongiorno!-
    -Buongiorno a lei!-
    -C’è tutto?-
    -Sì, c’è tutto!-
    E poi tornare a casa, con gli occhi ancora impastati dal sonno e con le pieghe del cuscino sulla fronte che controllo una dopo l’altra davanti allo specchio dell’ascensore ogni mattina.
    -Ma sono rughe?-
    Sul divano, giornale in mano, la prima pagina, la leggo in ogni suo angolo, ma poi mi fermo e ricomincio dall’ultima. Lo sport e lo spettacolo, la cultura e la cronaca di Roma, insomma la parte pop. E’ una mania legata all’adolescenza, quando leggere i giornali era ancora una posa per sentirmi intellettualmente “adulto”. Ma le manie rimangono e con il tempo si solidificano diventando parte di noi.Non ce ne accorgiamo più, non ci facciamo caso, fino a quando non iniziamo a condividere il nostro tempo con qualcun altro.
    Ed è proprio in quel momento che iniziamo a scoprire il nostro grado di “pazzia”.

    e le vostre #maniedellamattina quali sono?
    (L’analista costa un sacco di soldi mentre invece qui è tutto gratis, approfittiamone!)

    Edited by elenagas - 13/4/2013, 01:45
     
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  2. galippa
     
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    grazie!!! :)
     
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  3. elenagas
     
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    Nuovo post!!!
    22 aprile , 2013

    #manieperglielenchi


    Da quando ci si è messo di mezzo Nick Hornby nella mia vita è cambiato qualcosa. Fare elenchi, playlist, classifiche su tutto, è diventato per me una forma di micro mania, un modo per sentirmi più in ordine, un placebo alla confusione che sosta nella mia testa.

    Gli elenchi mi regalano uno schema, una geografia della mia giornata, una linea da seguire da quando mi sveglio a quando vado a dormire. Ma c’è un problema. Per la teoria “una mania chiama un’altra mania” sono riuscito ad associare il bisogno di catalogare tutto con una sorta di “shoppinghite” acuta che sfogo nella cartoleria sotto casa. Non c’è niente da fare, le liste si celebrano su carta, non sul telefonino o sul computer, ci ho provato, ma mi convincono di meno, sono fredde, poco romantiche e basta poco per scordarle.

    Il blocco, la moleskine nuova da scartare, la matita da otto euro, la penna porta fortuna, le pagine di una agenda con copertina di pelle, il temperino che costa quanto una Montblanc, l’odore della gomma pane e l’evidenziatore della Stabilo, sono per me, droga!

    Ecco alcune liste che vi consiglio di fare adesso:

    1. Viaggi da fare entro l’anno. Non importa se poi ci andrete o meno, ma vi garantisco che vi regalerà la possibilità di pensare ad altro, di allontanarvi, di viaggiare stando comodamente seduti davanti alla vostra scrivania. La legenda vuole che almeno una delle località scelte sarà concretizzata entro l’anno.

    2. Cose da comprare. Anche qui, non importa rispettarlo o portarlo a termine, sarebbe un sogno, ma allenta lo stress, fa sognare, è liberatorio, artistico nella sua incoerenza, un modo per potersi comprare davvero tutto senza pagare. Qui però non c’è nessuna legenda che possa venirvi incontro, “tocca pagà”.

    3.Obbiettivi a breve periodo. Questo è davvero utile e va aggiornato ogni giorno. Vi giuro che mettere una bella riga sopra una cosa fatta e finita non ha prezzo. Ti fa sentire migliore, felice e soprattutto operativo.

    E voi? Quali sono i vostri elenchi, liste e classifiche che vi fanno sentire meglio?
     
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  4. galippa
     
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    Matteo! :D è un grande!


    grazie per averlo postato qui!
     
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  5. elenagas
     
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    6 maggio , 2013

    #manieperititoli


    Oggi inizio con una domanda.
    Avete mai comprato un disco o un libro solo per il titolo?
    Non c’è giorno in cui non provi a scriverne una decina per ogni cosa: uno per la giornata appena passata, uno per il prossimo disco (ne ho pronti un milione), per un nuovo libro, per la storia che mi racconta un mio amico, insomma, tutto è un pretesto per trovarne uno perfetto.
    Trovo che nella costruzione di un titolo ci siano gli aspetti più affascinanti della creatività: intuito, capacità di sintetizzare in poche parole “un mondo” e sana furbizia. E’ vero, non sposta il giudizio per un bel libro, un film, un disco, ma a volte può fare la differenza.
    Uno dei film più belli della mia vita “Eternal Sunshine of Spotless Mind” fu tradotto in italiano con “Se mi lasci ti cancello”. Un film ETERNO per un titolo tra i più brutti della storia del cinema e se no fosse stato un capolavoro, credo che non lo avrebbe visto nessuno.
    Poi ci sono i titoli semplici, diretti e perfetti: “Un giorno” di David Nicholls o più elaborati ma molto affascinanti come “La simmetria dei desideri” di Eshkol Nevo, provocatori come “Scopami” di Verginie Despentes ed iconici come “La Casta” di Rizzo e Stella.
    Trovare “titoli” per tutto is the new “gioco dei mimi” , quindi, giochiamo!
    -Quali sono i titoli di libri, canzoni film, che adorate?
    -E se doveste trovare un titolo per la vostra giornata di oggi?
    Via!

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  6. elenagas
     
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    14 maggio , 2013

    #manieperglialtri


    Potrà sembrare poco elegante, ma credo che ognuno di noi, ogni tanto, provi della sanissima invidia nei confronti di qualcun altro. E’ parte dell’animo umano, chi dice “io non sono una persona invidiosa” , potrà anche dire la verità, ma non fino in fondo. Non c’è niente da fare, l’invidia vive in noi, spesso per cose stupide e infantili, a volte che ci logorano, altre volte sono solo pensieri laterali un po’ scomodi da gestire. Io non mi sono mai considerato una persona invidiosa, ma nei confronti di qualcuno ho una tale stima che non posso proprio esimermi da voler essere “lui”. Mettiamola così, è come se esistesse un’invidia sana che in qualche modo ha un unica e sola caratteristica: Stimolare. Quindi, senza paura, ecco chi invidio oggi:

    1.Damon Albarn (cantante, produttore, voce straordinaria. I “Blur”, i “Gorillaz”, “The Good the Bad and the Queen”, sono solo alcuni dei suoi progetti. Mito.)

    2.Quentin Tarantino (non sbaglia mai un film. E’ tutto quello che adoro nel cinema: scrittura perfetta, citazionismo, ironia, cattiveria, tutto!)

    3.Alessandro Piperno (è l’esempio della differenza che c’è tra chi scrive bene e di chi quando scrive anche una lista della spesa illumina una pagina. Adoro.)

    4.Banksy (Urban Artist. Guardatevi il documentario “Exit Through The Gift Shop” in onda in questo periodo su Sky arte…è un genio!!!)

    5.Un cervellone a caso di vent’anni che è diventato milionario grazie alla rete. (è inutile e impossibile non pensarci. Io a vent’anni ero in giro con il motorino a fare il cretino, loro, invece, conquistano il mondo)

    E voi, chi invidiate? E Perché?
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  7. elenagas
     
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    21 maggio , 2013

    #dapiccolovolevoessere


    Da piccolo volevo essere Indiana Jones e sedermi anche io al banchetto del tempio maledetto per vedere “i vermicelli” uscire dal grande rettile. Sempre da piccolo volevo diventare uno Jedi con tunica, spada laser e spostare massi giganti con il solo uso de “la forza”.

    Da piccolo volevo essere sul palco con Marty McFly, suonare con lui l’assolo di chitarra nel 1955 in “Ritorno al futuro” e surfare sul tetto del camioncino, trasformato in un licantropo campione di basket, in “Voglia di vincere”.

    Da piccolo volevo essere capitano della mia squadra del cuore, essere più alto e avere un gatto parlante, ciccione, di nome Doraemon con un “gattapone” per ogni evenienza.

    Da piccolo volevo essere uno dei RUN DMC o dei De La Soul, Devilman e Oliver Atton, un po’ l’ispettore Zenigata e un sacco Lupin.

    Da piccolo volevo essere un pittore, un pescatore, uno scienziato e non un pompiere.

    Da piccolo, tra l’altro, volevo essere come il mio amico Mario che aveva il baracchino e io no. Da piccolo volevo essere Batman e non Superman, Franck Miller e non Tiziano Sclavi, il proprietario della Marvel ma anche della DC, giocare come Agassi e non come Courier.

    Da piccolo volevo essere il primo della classe senza studiare, un leader politico, un amico di Prince e il grande Bill Murray in Ghostbusters. Da piccolo volevo essere…

    E voi?


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  8. elenagas
     
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    10 giugno , 2013

    #mivolevochiamare


    I miei amici incominciano a fare figli uno dietro l’altro, alla faccia di chi dice che le nuove generazioni non hanno alcuna voglia di assumersi responsabilità e tendono a costruire micro famiglie “da due”. C’è chi è fortunato e “se lo può permettere” tranquillamente e chi con grandissimi sacrifici tira avanti realizzando il suo sogno familiare. Ma il dato di fatto è la mole enorme di pargoli che spuntano, ovunque, intorno a me. Il mio personalissimo gioco di inizio estate è diventato quello di condividere cene a base di “troviamo il nome giusto per il prossimo nascituro”.

    Ecco, qui mi trovo un pò in difficoltà.

    E’ come se fosse arrivata un’ondata di nomi usciti direttamente dal “Trono di Spade” o giù lì.

    Tancredi, Folco, Orlando, Leone, Sigfrido, Olmo sono solo alcuni esempi che fanno “scopa” con Leandra, Fosca, Alma e Clizia. Ma non finisce qui. Esiste ormai anche un filone para-americano che convince in molti; nomi come Malcolm, Jennifer, Peter, Lucy ormai sono presenti in ogni scuola materna che si rispetti. E’ come se per avere un figlio “più fico” ci si senta in diritto di dargli un nome non banale e non scontato. Ma la mania del nome particolare raggiunge vette incredibili se vi fate un giro sugli elenchi telefonici. Ma li è diverso. Il nostro cognome è un qualcosa che ci portiamo dietro e per qualcuno è anche una croce da portare, ma sconfiggerlo con l’ironia è da folli. Se ti chiami Bollo di cognome, chiamare tuo figlio Franco è da arresto(ovviamente esiste, controllate!).

    Ma chiamalo Giuseppe, Simone, Andrea!

    Una volta dato un nome uscito fuori da una serie tv poi c’è la fase del diminutivo, del soprannome e via così. Lì però la colpa non è tanto dei genitori, ma degli amici e dell’adolescenza che tutto deforma. Gente che si chiama Iacopo, che per tutta la vita viene chiamato “Pippo” o Andrea che diventa “Gnognaro”, il sottoscritto che è stato chiamato “Mappa”, “Ceo” o “Pesce” e se oggi mi chiedete il perchè non me lo ricordo neanche. Conosco persone da decenni di cui non conosco il nome ma solo il suo soprannome, gente che se lo chiami Simone neanche si gira più.

    E voi? Come vi sareste voluti chiamare?

    Quali storie avete legate ai nomi?

    E i vostri soprannomi? e quelli dei vostri amici?

    Come scegliete un nickname da utilizzare su internet?



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  9. elenagas
     
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    17 giugno , 2013

    #permelaradio


    La sensazione straordinaria di essere ascoltati, l’adrenalina del vedere scritto sopra la testa la scritta “on air”, l’ansia che dopo poco si tramuta in una cascata di parole che, incredibilmente, diventano frase, poi discorso, poi storia. La mia mania per “la radio” è fissa, non muta, è costante. Amo fare la radio così come ascoltarla. E’ energetica, mi fa incazzare quando sento speaker recitare e la adoro quando arriva tutta la spontaneità di un intervento di tre minuti. Un giorno un grande della radiofonia mi disse di fare quello che volevo in onda, di non preoccuparmi, di non sembrare quello che non fossi. E’ stato il consiglio più potente che potessi ricevere. Capii immediatamente la forza che sta sotto alla parola, dove “il ritrovarsi” era il trucco per costruire un programma di successo. Io con la radio, insieme a Thomas, ho imparato a parlare al pubblico, a non pensare che la gente è “scema” e pronta a qualsiasi cosa, ma che per diventare una “voce amica” bisogna conquistarsi una certa credibilità che passa attraverso la quotidianità. Ecco, per me la radio è “tutti i giorni”: quando hai la febbre, il raffreddore, quando non ti va, quando hai problemi a casa, quando l’unica cosa che vorresti fare è scappare. E’ quando sei felice, quando ti senti invincibile, quando hai trovato una grande idea, quando pensi a domani e la cosa ti rallegra. Amo chi fa la radio senza voci impostate, chi ancora si emoziona a “lanciare” un disco e farne un successo, chi conosce l’arte del ritmo e chi si diverte. Sono cresciuto ascoltando la radio e poi ho avuto la fortuna di farla e spero presto di ricominciare ad andare in onda appena sarà finito il nuovo disco.

    E voi?

    Che cos’è per voi “la radio”?

    Quali programmi vi piacciono o vi sono piaciuti, quali voci vi tengono o vi a hanno tenuto compagnia?

    P.S.

    Un’ultima cosa: Ma se un domani nascesse la “RadioVanityFair” (sarebbe fichissimo!) che cosa vorreste ascoltare?






    25 giugno , 2013

    #nonfaccioseprimanonhofatto


    Non vado al bagno la mattina se prima non ho bevuto il caffè e fumato una sigaretta.

    Non inizio un nuovo lavoro se prima non ho comprato un block notes di carta Fabriano.

    Non scelgo il film da andare a vedere se prima non ho letto la critica per fare il contrario (li odio!).

    Non compro un libro se prima non ho letto l’incipit e pagina 45.

    Non vado a letto se prima non ho messo un bicchiere d’acqua sul comodino.

    Non chiudo un giornale se prima non ho dato uno sguardo ai necrologi.

    Non mi sento in vacanza se prima non mi sono tagliato i capelli.

    Non faccio la spesa se prima non ho raggiunto il nulla assoluto in cucina.

    Non riesco a chiudere la giornata se prima non mi sono scritto le cose da fare il giorno dopo.

    Non esco di casa se non ho lasciato almeno una luce accesa.

    Non scrivo un articolo per Vanity Fair se prima non ne ho parlato con il mio barbiere, maestro di vita.

    Non vado dal dentista se prima non sento un dolore atroce

    Non riesco a dormire se prima non ho messo un film.

    …e ora sfogatevi anche voi!!!



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  10. elenagas
     
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    2 luglio , 2013

    #parlodasolo


    Leggendo il saggio di Alessandro Piperno “Pubblici Infortuni” mi ha folgorato questa frase: “la nostra cultura è la somma dei nostri pregiudizi”. Niente di più vero. Spesso mi chiedo a che punto mi trovo, se quello che so è sufficiente o se non so nulla, se sto crescendo come avrei voluto, se mi sto accontentando, se sto dando il massimo o mi sto sedendo. Svegliarsi la mattina e avere il dovere di non fare finta di niente, parlarsi, ad alta voce, come i pazzi, non concedere troppo spazio ad un silenzio omertoso che ci rassicura. Si sa, ci raccontiamo un sacco di bugie per sentirci meglio, siamo abili a mettere da parte molti pensieri scomodi, come se questo “non parlarci” fosse in qualche modo una soluzione. Ho iniziato a fare

    “il pazzo”, a farmi delle lunghe chiacchierate tra me e me, per non mentirmi, per caricarmi e per non lasciare in attesa strani pensieri.

    E voi, avete mai provato a parlarvi un pò?


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  11. Lucy95
     
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    22 luglio , 2013
    #manieperlavaligia
    Quando leggerete questo post io più o meno mi troverò in volo verso Rio De Janeiro, per la giornata mondiale dei giovani, per cantare insieme a Thomas. Una bella botta di adrenalina, prima di ultimare il nuovo disco, e preparare LA valigia per poter ritornare a casa il più tardi possibile.
    Ecco, le valigie.
    Esiste un universo di teorie, tecniche, riflessioni filosofiche, storie e leggende su qual è il vero trucco per la creazione di una valigia perfetta. Ci sarà sempre qualcosa che ci siamo scordati e ci sarà sempre qualcosa di troppo. E’ una legge, una certezza, una di quelle cose a cui affidarsi nei momenti bui. Per quanto mi riguarda, non devo mai fare la valigia all’ultimo momento, ma ore prima, metterla aperta in salotto e ogni tanto guardarla e chiedermi: “…che cosa manca?..”. Altra mania, e mi succede solo in questi casi, neanche quando ero piccolo e andavo a scuola, quella di prepararmi i vestiti per il giorno dopo ai piedi del letto. E’ come se questo gesto mi regalasse, la mattina della partenza, quei dieci minuti in più dove mi è possibile ancora cambiare tutto, una via di fuga, una variabile. Manie dicevamo.
    Due magliette, due paia di calzini e di mutande al giorno. Si parte da qui e da qui si può iniziare ad immaginare. Fare una valigia è come rendere concreta un’idea: si parte da alcune certezze, dallo spunto, dall’ispirazione, e poi inizia un duro lavoro.
    E voi, come vi preparate?
    Avete strategie particolari o sono pazzo solo io?
    …intanto volo….

    SITO:
    http://mania.vanityfair.it/2013/07/22/manieperlavaligia/
     
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  12. elenagas
     
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    #IL MIO PARADISO

    9 luglio 2013

    Con l’arrivo dell’estate fare qualsiasi cosa rende tutto:

    1.faticoso

    2.all’apparenza inutile

    3.rimandabile.

    Ma non è così. Non c’è un attimo di respiro, come a Novembre, si lavora con lo stesso regime, la stessa intensità e con le stesse preoccupazioni fino all’agognata vacanza.

    Risultato: siamo tristi. L’inizio dell’estate, almeno a me, provoca depressione. Da una parte sento ancora l’obbligo di portare a termine duemila cose in sospeso, dall’altra sento di non meritarmi un dolce ozio rassicurante.

    In questo limbo lavoro/vacanza l’unico modo per salvarmi è di trovare piccoli momenti di intensa rilassatezza, che durino poco e che riescano a rinfrescare i pensieri.

    Il mio terrazzo è il mio piccolo angolo di paradiso.

    Annaffiare le piante, quando viene sera, da solo, con la città che si raffredda, la gente che inizia a preparare la cena con le finestre aperte, con quella leggera brezza che ti fa tornare in mente altre serate, altre estati, altri incontri, altre emozioni, mi fa stare bene. Solo il rumore dell’acqua, il profumo delle piante e nient’altro. E’ lì che mi arrivano le prime ondate di felicità, ed sempre lì, che riesco a riprendere fiato e capire che va tutto bene.

    Qual è il vostro angolo di paradiso?




    #CAFFETTINO TI ODIO

    16 luglio 2013

    Questa volta parto con una domanda.

    Ma è possibile che non esiste più una conversazione senza utilizzare il suffisso “ino” o giù di lì?

    Al bar chiedo un caffettino, all’aperitivo il prosecchino, se ho fame una pizzettina e se è possibile dopo pranzo mi faccio un riposino. Non pretendo una vacanza, ma una vacanzina, magari un weekendino, una partitina a calcetto, un minutino e ti richiamo, un annetto all’estero e un’uscitina con gli amici. Ci affittiamo una casina, magari un lofttino e dopo il bagnetto ci prendiamo una granatina. Basta!!!

    Non ne esco, mi accorgo di farlo, di diminuire, alleggerire, come se fosse necessario mostrarmi meno eclatante, più sobrio, più educato.

    E’ una nostra (mia senza dubbio!) mania, che ormai fa parte del comunicare, dello stare insieme e del condividere. Quando arrivi al punto che non te ne accorgi più e che per te il viaggettino è la parola che sostituisce in tutto e per tutto “il viaggio” vuol dire che hai bisogno di fare un passo indietro. Magari un passettino. Questa nuova riscrittura delle parole con una spolverata di zucchero e miele mi ha iniziato stuccare e il mio impegno dell’estate sarà riscoprire la bellezza delle parole per quello che sono.

    Ma se parliamo di sentimenti, se ci inoltriamo nella comunicazione amorosa, la battaglia sarà persa in partenza. Ho visto uomini e donne trasformarsi in amorino e zuccherino, in orsacchiotto e lupacchiotta, in cuore e stellina. Non conta chi sei, quanto sei consapevole di te stesso e di quello che provi, qui vale tutto, soprattutto se sei uno dei protagonisti che in quel momento ama e sta amando. Il problema è quando sei spettatore, quando subisci, quando stai discutendo con un tuo amico e dopo poco lui risponde al telefono alla sua ragazza e la sua voce si rimpicciolisce trasformandosi in un topo gigio con gli occhi a cuore. Ma ripeto, qui non ci possiamo fare niente.

    E voi, come state messi?

    E soprattutto, qual è “la perlina” che avete coniato o che avete ascoltato che ancora ricordate?

    E in amore?

    P.s.

    Ora esco a comprarmi un jeensettino e una magliettina per l’estate.



    #HO CAMBIATO IDEA
    1 AGOSTO 2013

    Sono in assoluto una delle persone più incoerenti che conosca.

    Cambio idea spesso, di continuo, senza rimorsi e con una certa soddisfazione.

    Credere fermamente in qualcosa o in qualcuno è una di quelle sensazioni che ci rendono più sicuri, più sereni, ma non avere il coraggio di ammettere di aver detto una cazzata è del tutto folle. Ho cambiato idea su persone, gusti musicali, politici, abitudini, sentimenti, e devo dirvi la verità che ogni volta che l’ho fatto, dopo un primo momento di rimorso e qualche dose di vergogna, mi sono sempre sentito meglio. Rimanere immobili, fermi, granitici su certe posizioni vuol dire non avere il coraggio di crescere. Non dico di migliorare.

    Trovavo irritanti un sacco di persone che invece dopo un caffè o una birra presa insieme si sono rivelate persone stupende, così come il contrario, ma ne è comunque valsa la pena.

    Cambiare idea, urlarlo e dirlo apertamente credo che sia un super potere non indifferente. Un vero atto liberatorio, come andare in bagno, un gesto che consente di rimettersi in gioco in modo diverso.

    Il massimo.

    E voi, quante volte avete cambiato idea e su cosa o su chi?



    #LA BACHECA

    9 agosto 2013

    L’estate ha anche questa forza, quella di farci venire voglia di ricominciare. E’ strano, ma è come se bastassero pochi giorni di favoloso niente per far sì che la nostra testa inizi a programmare. Un po’ come la lista dei buoni propositi che si fanno a fine anno, anche se poi, il punto di partenza, è Settembre. La nostra testa è e rimarrà sempre legata alla scuola.

    In questo post vorrei raccogliere tutte le vostre liste, ma non solo quelle “del fare” ma tutte, come se fosse una piccola agenda da andare a rileggere quando ci sentiremo persi. Quando starete nel vostro massimo rilasso, in una mattina qualsiasi di agosto o in una notte troppo calda per dormire o in un momento di lucidità incredibile, venite qui e scrivete.

    Buona estate!

    Buone liste!


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11 replies since 11/4/2013, 17:25   142 views
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