racconti...

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  1. marica81
     
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    Non sò come descrivere questo topic... diciamo che lo aggiornerò o se vorrete partecipare con dei racconti, novelle, fiabe, impressioni... scritte da voi che non devo per forza essere reali possono semplicemente essere frutto della vostra fantasia. Spero vi piaccia!!!


    Che generazione la mia...

    A ben pensarci, è difficile credere che siamo vissuti fino ad oggi!!
    Da bambini, andavamo in macchina (quelli che avevano la fortuna di averla) senza cinture di sicurezza e senza air bag. E viaggiare nel cassone posteriore di un pickup, in un pomeriggio torrido, era un regalo speciale.

    I flaconi dei medicinali non avevano delle chiusure particolari.

    Si beveva l`acqua dalla canna del giardino, non da una bottiglietta con il tappo apri/chiudi. Che orrore!!

    Andavamo in bicicletta senza usare un casco, a velocità smodate per i tempi.

    Passavamo dei pomeriggi a costruirci i nostri "carri giocattolo". Ci lanciavamo dalle discese e dimenticavamo di non avere i freni fino a quando non ci sfracellavamo contro un albero o un marciapiede. E dopo numerosi incidenti, imparavamo a risolvere il problema.... noi da soli!!!

    Uscivamo da casa al mattino e giocavamo tutto il giorno; i nostri genitori non sapevano esattamente dove fossimo, nonostante ciò sapevano che non eravamo in pericolo. Non esistevano i cellulari. Incredibile!!

    Ci procuravamo delle abrasioni, ci rompevamo le ossa o i denti... e non c`erano mai denunce, erano soltanto incidenti: nessuno ne aveva la colpa.
    Ti ricordi degli incidenti?
    Avevamo delle liti, a volte dei lividi. E anche se ci facevano male e a volte piangevamo, passavano presto; la maggior parte delle volte senza che i nostri genitori lo sapessero mai.

    Mangiavamo dei dolci, del pane con moltissimo burro e bevande piene di zucchero... ma nessuno di noi era obeso. Ci dividevamo una Fanta con altri 4 amici, dalla stessa bottiglia, e nessuno mai morì a causa dei germi.

    Non avevamo la Playstation, nè il Nintendo, nè dei videogiochi. Nè la TV via cavo, nè le videocassette, nè il PC, nè internet; avevamo semplicemente degli amici. Uscivamo da casa e li trovavamo. Andavamo, in bici o a piedi, a casa loro, suonavamo al campanello o entravamo e parlavamo con loro. Figurati: senza chiedere il permesso! Da soli!
    Senza controllo! Come siamo sopravissuti?! Ci inventavamo dei giochi con dei bastoni e dei sassi.

    Giocavamo con dei vermi e altri animaletti e, malgrado le avvertenze dei genitori, nessuno tolse un occhio ad un altro con un ramo e i nostri stomaci non si riempirono di vermi.
    Alcuni studenti non erano intelligenti come gli altri e dovevano rifare la seconda elementare. Che orrore!!! Non si cambiavano i voti, per nessun motivo.

    I peggiori problemi a scuola erano i ritardi o se qualcuno masticava una cicca in classe.
    Le nostre iniziative erano nostre. E le conseguenze, pure. Nessuno si nascondeva dietro a un altro. L`idea che i nostri genitori ci avrebbero difeso se trasgredivamo ad una legge non ci sfiorava; loro erano sempre dalla parte della legge.

    Se ti comportavi male i tuoi genitori ti mettevano in castigo e nessuno li metteva in galera per questo.
    Sapevamo che quando i genitori dicevano "NO", significava proprio NO.

    I giocattoli nuovi li ricevevamo per il compleanno e a Natale, non ogni volta che si andava al supermercato. I nostri genitori ci facevano dei regali con amore, non per sensi di colpa.

    E le nostre vite non sono state rovinate perché non ci diedero tutto ciò che volevamo.

    Questa generazione ha prodotto molti inventori, amanti del rischio e ottimi risolutori di problemi.
    Avevamo libertà, insuccessi, successi e responsabilità, e abbiamo imparato a gestirli.
    Tu sei uno di loro. Complimenti!!!


    Edited by marica81 - 20/10/2005, 16:43
     
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  2. marica81
     
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    Non fai più male

    Ti è mai capitato:
    "Il miracolo è nel tempo, che col suo inesorabile passare è balsamo di tutte le ferite. Prima le cicatrizza, poi lentamente porta via anche il viola del livido, finché rimane solo il ricordo del colpo subito, che insegna, ma almeno non fa più male.
    Un pomeriggio ti soffermi a pensare: da quanti giorni non speri in un cenno del tuo ex? Nel suo ritorno…
    Oggi non l’hai fatto. Ieri nemmeno. L’altro ieri neanche. Il giorno prima?
    Scopri così che quella speranza è già smarrita nel tempo, troppo distante per fissare un pensiero ormai consueto... quindi scontato.
    La domanda in sé toglie valore al ritorno e sposta l’attenzione nel suo pensiero. Non conta più il suo ritorno: ero concentrata sul desiderio che lui tornasse.
    Giorni interi sono trascorsi senza che tu sperassi in un 'bipbip' del cellulare; senza che controllassi la mail sperando di trovare un suo passaggio.
    Sono trascorsi secondi, minuti, ore, giorni senza che il suo pensiero ti imprigionasse. Senza che ti costruissi la vita attorno alle sue abitudini e al suo ricordo.
    È sbiadito….
    La prigione dei sentimenti che mi ero inflitta è finita e posso tornare finalmente a leggere il cielo.
    I ricordi inspiegabilmente non fanno più male: né quelli belli e nemmeno quelli più brutti. Posso concedermi il lusso di rispolverarli e ricordarli, per comprenderli pienamente. E ironizzare, anziché piangere.
    Le lacrime sono state poche...ma ora sono seccate del tutto.
    Il sorriso e la voglia di vivere sono tornate, inaspettatamente. Anche la paura dei sentimenti perderà il suo comando sul cuore... prima, ma quasi più sicuramente, poi.
    Hai imparato a conoscerti meglio. I pensieri più brutti sono stati a lungo nella tua mente; pensieri di cui non mi credevo capace e poi sono diventati dei punti di forza.
    La tua debolezza ha avuto il suo riconoscimento. Mostrarsi duri e sapersi fragili. Essere indipendenti e avere un disperato bisogno di aiuto. Sorridere ostinatamente per non fare uscire anche il sangue dagli occhi. Ormai è quasi un anno che non vedi il tuo ex. Solo qualche SMS.
    È stata dura resistere alle tentazioni che battevano il ritmo del cuore: hai legato le tue dita, imbavagliato le parole, preferito la voglia di vivere al desiderio di morire d’amore.
    Non so nulla di lui. Conoscendo il tipo, credo abbia un’altra storia. Non lo so: lo suppongo solo!
    Spero abbia trovato una persona più affine a lui di quanto non lo fossi tu. Gli auguro sinceramente di aver trovato l’altra metà del cielo. La forza di un dolore che non duole più è la capacità di rileggere il passato, capire le proprie colpe e concedere il perdono: a se stessi prima che agli altri.
    Oggi che non fa più male, spero per lui tutto il bene dell’universo...

    Lontano da me."
     
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  3. claudietta86
     
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    nn mi verrebbe nulla da raccontare anche perchè continuerei solo a parlare del ragazzo piu bello d questo mondo che m ha sfiorato il cuore e poi boh..è ormai mesi e mesi che nn c muoviamo dagli sguardi,ho pianto,sperato che lui facesse qualcosa..io mai fatto nulla.pur conoscendoci mai la forza d fare nulla,di combattere x averlo..nn so cm s fa?forse..so solo che una sensazione così importante nn l'ho mai provata x nessuno e delle emozioni così grandi ancora meno!eppure nonostante lo voglia,,nonostante lo pensi in continuazione,nonostante vorrei stare con lui,abbracciarlo..e bla bla non riesco a fargli capire nulla ma credo che abbia capito che m piace e basta.che è anche quello che io ho capito d lui nei miei confronti..ma a me nn basta..vorrei d più..m cerca,m guarda in modo strano da tanto tempo,ha lo sguardo triste d chi sa e nn vuol far nulla perchè sta con un0altra e nn potrò mai averlo..allora perche combattere e iniziare una battaglia già persa??meglio rinunciare..
     
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  4. marica81
     
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    Non è vero che è una battaglia persa... comunque finchè ti limiti agli sguardi non concluderai mai nulla e avrai sempre il rimorso di non averci mai provato o almeno di sapere effettivamente cosa prova lui! Non dico di saltargli addosso, ma semplicemente di provare a parlargli indifferentemente se lo conosci già o meno e di esprimergli cosa senti per lui... e poi si vedrà, la scelta comunque visto che è già occupato la deve prendere lui!
    Però almeno tu ti toglierai sicuramente un peso dallo stomaco, e in caso vada male il tempo ti guarirà e potrai voltare lo sguardo su qualcun'altro!
    Ma mai rinunciare!!!



    Cosa vogliono le donne...

    Un giorno, il giovane re fu catturato ed imprigionato dal sovrano di un regno vicino.
    Quel sovrano avrebbe potuto ucciderlo, ma fu mosso a compassione dalla gioia di vivere giovanile del re.
    Così gli offri la libertà, a patto che egli avesse risposto ad un quesito molto difficile. Il re avrebbe avuto a disposizione un anno per trovare la risposta, e se dopo un anno ancora non ne avesse avuta una, sarebbe stato ucciso. Il quesito era: "Cosa vogliono veramente le donne?".
    Un quesito simile avrebbe sicuramente lasciato perplesso anche i più saggi fra gli uomini, e per il giovane sembrava proprio una sfida impossibile.
    Comunque, dato che in ogni caso era meglio della morte, il re accettò la proposta del sovrano di trovare una risposta entro un anno, e fece ritorno al suo regno.
    Una volta giunto, egli iniziò a interrogare tutti: la principessa, i sacerdoti, i saggi, le damigelle di corte... per farla breve, parlò praticamente con chiunque, ma nessuno seppe dargli una risposta soddisfacente. Ciò che la maggior parte della gente gli suggeriva era di consultare la vecchia strega, in quanto solo lei avrebbe potuto conoscere la risposta... ma il prezzo sarebbe stato sicuramente caro, dato che la strega era famosa in tutto il regno per i compensi esorbitanti che chiedeva per i suoi consulti. Il tempo passò... e giunse l'ultimo giorno dell'anno prestabilito, allorquando il re non ebbe altra scelta che andare a parlare con la vecchia strega. Essa accettò di rispondere alla domanda ma solo a patto che egli avesse accettato di accordarle la ricompensa da lei richiesta: la mano di Goiwain, il più nobile dei Cavalieri del regno, nonché suo migliore amico! Il re Artù provò orrore a quella prospettiva...
    La strega aveva una gobba ad uncino, era terribilmente orrenda, aveva un solo dente, puzzava di acqua di fogna e spesso faceva anche dei rumori osceni! Non aveva mai incontrato una creatura tanto ripugnante... si rifiutò di accettare di pagare quel prezzo... e condannare il suo migliore amico a subire un un fardello simile! Goiwain però, non appena seppe della proposta, volle parlare ad al re... gli disse che nessun sacrificio era troppo grande per salvare la vita del suo amico, e che quindi avrebbe accettato di sposare la strega.
    Pertanto, il loro matrimonio fu proclamato, e la strega finalmente rispose alla domanda: ciò che una donna vuole veramente è essere padrona della propria vita. Tutti concordarono sul fatto che dalla bocca della strega era uscita senz'altro una grande verità... e che sicuramente a quel punto la vita del re sarebbe stata risparmiata. E così andò!


    Ma che razza di matrimonio che ebbero Goiwain e la strega!
    Il re si sentiva lacerato fra sollievo ed angoscia... Goiwain si comportò come sempre, gentile e cortese.
    La strega invece sfoderò le sue maniere peggiori... mangiava con le mani, ruttava e mise tutti a disagio. Si avvicinava la prima notte di nozze... Goiwain si preparava a trascorrere una nottata orribile... alla fine prese il coraggio a due mani, ed entrò nella camera da letto... e...che razza di vista che lo attendeva!
    Davanti a lui, discinta sul talamo nuziale, giaceva semplicemente la più bella donna che avesse mai visto!
    Goiwain rimase impietrito... non appena ritrovò l'uso della parola (il che accadde dopo diversi minuti), chiese alla strega cosa le fosse accaduto. La strega rispose che egli era stato talmente galante con lei quando si trovava nella sua forma repellente che aveva deciso di mostrarsi nel suo altro aspetto, e che per la metà del tempo sarebbe rimasta così, mentre per l'altra metà sarebbe tornata la vecchiaccia orribile di prima... poi, la strega chiese a Goiwain quale dei due aspetti avrebbe voluto che ella
    assumesse di giorno, e quale di notte. Che scelta crudele!
    Gawain iniziò a pensare all'alternativa che gli si prospettava: una donna meravigliosa al suo fianco durante il giorno, quando era con i suoi amici, ed una stregaccia orripilante la notte?
    O forse la compagnia della stregaccia di giorno e una fanciulla incantevole di notte con cui dividere i momenti di intimità? Voi cosa fareste?
    La scelta di Goiwain è distante solo un paio di righe... ma non
    leggete, finché non avrete fatto la vostra scelta!











    Il nobile Goiwain disse alla strega che avrebbe lasciato a lei la possibilità di decidere per se stessa. Sentendo ciò, la strega gli sorrise, e gli annunciò che sarebbe rimasta bellissima per tutto il tempo, proprio perché Goiwain l'aveva rispettata, e l'aveva lasciata essere padrona di se stessa!





    Qual e il morale di questa storia?
    La morale è che non importa se la tua donna è bella o brutta, se è intelligente o stupida... in fondo in fondo è sempre una strega…
     
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  5. claudietta86
     
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    CITAZIONE (marica81 @ 24/10/2005, 14:21)
    Non è vero che è una battaglia persa... comunque finchè ti limiti agli sguardi non concluderai mai nulla e avrai sempre il rimorso di non averci mai provato o almeno di sapere effettivamente cosa prova lui! Non dico di saltargli addosso, ma semplicemente di provare a parlargli indifferentemente se lo conosci già o meno e di esprimergli cosa senti per lui... e poi si vedrà, la scelta comunque visto che è già occupato la deve prendere lui!
    Però almeno tu ti toglierai sicuramente un peso dallo stomaco, e in caso vada male il tempo ti guarirà e potrai voltare lo sguardo su qualcun'altro!
    Ma mai rinunciare!!!


    Cosa vogliono le donne...

    Un giorno, il giovane re fu catturato ed imprigionato dal sovrano di un regno vicino.
    Quel sovrano avrebbe potuto ucciderlo, ma fu mosso a compassione dalla gioia di vivere giovanile del re.
    Così gli offri la libertà, a patto che egli avesse risposto ad un quesito molto difficile. Il re avrebbe avuto a disposizione un anno per trovare la risposta, e se dopo un anno ancora non ne avesse avuta una, sarebbe stato ucciso. Il quesito era: "Cosa vogliono veramente le donne?".
    Un quesito simile avrebbe sicuramente lasciato perplesso anche i più saggi fra gli uomini, e per il giovane sembrava proprio una sfida impossibile.
    Comunque, dato che in ogni caso era meglio della morte, il re accettò la proposta del sovrano di trovare una risposta entro un anno, e fece ritorno al suo regno.
    Una volta giunto, egli iniziò a interrogare tutti: la principessa, i sacerdoti, i saggi, le damigelle di corte... per farla breve, parlò praticamente con chiunque, ma nessuno seppe dargli una risposta soddisfacente. Ciò che la maggior parte della gente gli suggeriva era di consultare la vecchia strega, in quanto solo lei avrebbe potuto conoscere la risposta... ma il prezzo sarebbe stato sicuramente caro, dato che la strega era famosa in tutto il regno per i compensi esorbitanti che chiedeva per i suoi consulti. Il tempo passò... e giunse l'ultimo giorno dell'anno prestabilito, allorquando il re non ebbe altra scelta che andare a parlare con la vecchia strega. Essa accettò di rispondere alla domanda ma solo a patto che egli avesse accettato di accordarle la ricompensa da lei richiesta: la mano di Goiwain, il più nobile dei Cavalieri del regno, nonché suo migliore amico! Il re Artù provò orrore a quella prospettiva...
    La strega aveva una gobba ad uncino, era terribilmente orrenda, aveva un solo dente, puzzava di acqua di fogna e spesso faceva anche dei rumori osceni! Non aveva mai incontrato una creatura tanto ripugnante... si rifiutò di accettare di pagare quel prezzo... e condannare il suo migliore amico a subire un un fardello simile! Goiwain però, non appena seppe della proposta, volle parlare ad al re... gli disse che nessun sacrificio era troppo grande per salvare la vita del suo amico, e che quindi avrebbe accettato di sposare la strega.
    Pertanto, il loro matrimonio fu proclamato, e la strega finalmente rispose alla domanda: ciò che una donna vuole veramente è essere padrona della propria vita. Tutti concordarono sul fatto che dalla bocca della strega era uscita senz'altro una grande verità... e che sicuramente a quel punto la vita del re sarebbe stata risparmiata. E così andò!


    Ma che razza di matrimonio che ebbero Goiwain e la strega!
    Il re si sentiva lacerato fra sollievo ed angoscia... Goiwain si comportò come sempre, gentile e cortese.
    La strega invece sfoderò le sue maniere peggiori... mangiava con le mani, ruttava e mise tutti a disagio. Si avvicinava la prima notte di nozze... Goiwain si preparava a trascorrere una nottata orribile... alla fine prese il coraggio a due mani, ed entrò nella camera da letto... e...che razza di vista che lo attendeva!
    Davanti a lui, discinta sul talamo nuziale, giaceva semplicemente la più bella donna che avesse mai visto!
    Goiwain rimase impietrito... non appena ritrovò l'uso della parola (il che accadde dopo diversi minuti), chiese alla strega cosa le fosse accaduto. La strega rispose che egli era stato talmente galante con lei quando si trovava nella sua forma repellente che aveva deciso di mostrarsi nel suo altro aspetto, e che per la metà del tempo sarebbe rimasta così, mentre per l'altra metà sarebbe tornata la vecchiaccia orribile di prima... poi, la strega chiese a Goiwain quale dei due aspetti avrebbe voluto che ella
    assumesse di giorno, e quale di notte. Che scelta crudele!
    Gawain iniziò a pensare all'alternativa che gli si prospettava: una donna meravigliosa al suo fianco durante il giorno, quando era con i suoi amici, ed una stregaccia orripilante la notte?
    O forse la compagnia della stregaccia di giorno e una fanciulla incantevole di notte con cui dividere i momenti di intimità? Voi cosa fareste?
    La scelta di Goiwain è distante solo un paio di righe... ma non
    leggete, finché non avrete fatto la vostra scelta!











    Il nobile Goiwain disse alla strega che avrebbe lasciato a lei la possibilità di decidere per se stessa. Sentendo ciò, la strega gli sorrise, e gli annunciò che sarebbe rimasta bellissima per tutto il tempo, proprio perché Goiwain l'aveva rispettata, e l'aveva lasciata essere padrona di se stessa!





    Qual e il morale di questa storia?
    La morale è che non importa se la tua donna è bella o brutta, se è intelligente o stupida... in fondo in fondo è sempre una strega…

    nn ho il coraggio..nn ispira la mia fiducia magari nn c credo..
     
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  6. marica81
     
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    Quel dio del calcio...

    Mi ricordo che una volta l’ho urlato talmente forte che mi è sembrato che per un attimo il cuore si fosse fermato ed un secondo dopo mi sono messo a piangere…
    GOOOOOAL!!!
    Quante volte sarà capitato ad ognuno di noi di dover rispondere ad una domanda del tipo: " ma che ci trovi di tanto divertente in un mucchio di persone che corrono dietro ad un pallone? "
    Beh la risposta a questa domanda non è facile, come far capire a chi non lo sente cosa vuol dire vedere in mezzo ad un campo 110x70 correre le 11 maglie con i colori della tua squadra, quella della tua città, quella del tuo cuore ?
    Come spiegare le ore di attesa per accaparrarsi un biglietto? Le centinaia di Km per stargli vicino quando si gioca fuori casa? Il cuore che batte all'impazzata mentre le squadre scendono in campo, mentre ti porti la sciarpa sul viso per proteggerti nella nebbia dei fumogeni?

    Non si può spiegare a parole che il calcio è quella cosa che da bambino ti ha fatto stringere molte delle amicizie che poi ti sei portato dietro per il resto della vita, è quella cosa che per qualche ora eliminava ogni differenza di classe, ceto e reddito familiare, perchè in mezzo al campo si è tutti uguali, era quel qualcosa, e di tanto intanto quando riesci a trovare il tempo in questa vita sempre più piena lo è ancora, che sapeva darti in un attimo quella gioia che col crescere diventa sempre più difficile provare, che la tua squadra del cuore è qualcosa che senti dentro come un fratello più piccolo da coccolare, non sai bene perchè, forse sarà stato per quella maglietta che tuo padre ti ha regalato quando avevi 4 anni, col tessuto ormai sbiadito ma che ha ormai dipinto il tuo cuore.

    Non riesci razionalmente a spiegartelo ma quando vinci la Domenica, provi qualcosa che è molto simile alla felicità, sai che è futile ma non ti importa, abbiamo vinto e adesso sotto a chi tocca; poi un giorno, ti capita di vedere un giocatore dai lunghi capelli raccolti in un codino, porta la maglietta numero 10, lo guardi giocare e ad un tratto il calcio diventa qualcosa di più alto, quasi poesia, nei movimenti e nella danza di quel bambino un pò scapestrato, che non sarà forse il miglior uomo al mondo, ma è il più grande giocatore di tutti i tempi, che riesce a regalare attimi di assoluta esaltazione a chi nella vita non ha nulla per cui esaltarsi, che ti fa sentire vicino a migliaia di persone che non hai mai conosciuto ma che in quel momento sono un cuore unico per i propri colori.

    Per dirla in un'unica parola il Calcio è Amore, un amore grandissimo, si può non provare lo stesso sentimento, ma lasciateci stare, fateci sognare, siamo dei bambini diventati uomini a cui è rimasto solo questo giocattolo dell'infanzia che fu…
     
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  7. ElizaE
     
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    Questa che vi sto per raccontare è una storiella (se così si può definire) molto ambita..ovviamente non l'ho inventata io..e i più abili sapranno sicuramente riconoscerla..
    Anzi..facciamo un giochetto..chi sa riconoscere l'autore e il titolo?
    Badate bene che qui si sta parlando di personaggi illustri!
    incomincio...
    Il protagonista si chiama Troiolo, ed è uno dei figli del Re Priamo, Re di Troia.
    Troiolo è un giovane misogeno, impermeabile all'amore, che si diverte con isuoi amici a sorprendere gli amanti x farsi beffe di loro. Un giorno si reca al tempio da Pallade e rimane colpito dalla freccia d'oro di Cupido. Nel tempio vi era una bellissima donna vestita di nero che si chiamava Criselda.
    Criselda è la figlia di Calcante, indovino troiano, che avendo previsto la presa di Troia da parte dei Greci, ha deciso di scappare e recarsi sotto la loro protezione.
    Troiolo innamorato perso..chiede aiuto al suo migliore amico Pandaro, cugino della donna. Pandaro recapita delle bellissime lettere d'amore scritte da Troiolo alla donna, dove l'uomo descriveva i suoi sentimenti. La donna le respinge, ma Pandaro le fa ben notare che ormai non avrebbe avuto altre occasioni. Criselda era una vedova, e quindi era rimasta sola.
    Così, cambiò idea e sbocciò l'amore fra i due! Gli incontri si svolgono a casa di lei durante la notte.
    Ma ad un tratto..il padre di Criselda le mandò un messaggio con scritto che doveva assolutamente andare da lui..la donna accettò e promise a Troiolo di far ritorno entro 10 giorni..
    Troiolo dovette accettare senza fare troppi commenti..
    Arrivato il giorno fatidico..Troiolo accompa la propria donna al confine troiano, e mentre erano lì che si baciavano..un personaggio noto come Diomede, un eroe greco, si accorge della loro presenza..
    Diomede rimase in primo luogo colpito particolarmente dalla bellezza della donna..e in secondo luogo dal profondo sentimento che vigeva fra i due.
    Quando la donna arrivò al campo, conobbe Diomede, e i due finirono a letto insieme, mentre il povero Troiolo era rinchiuso nelle sue stanze ad aspettare la sua donna invano.
    Il povero Troiolo non uscì più di casa...e la sua donna non arrivò nè dopo 10 giorni, nè dopo 20..Non arrivò più.
    Troiolo disperato prenderà parte alla guerra contro i greci e troverà poi la morte per mano di Achille.
     
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  8. marica81
     
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    Il gabbiano...

    Era una bella giornata d'inverno, il sole era alto nel cielo e tutti gli abitanti del paese si scaldavano ai suoi raggi, l'aria limpida permetteva di vedere in lontananza le barche dei pescatori offrendo uno spettacolo meraviglioso, ma la ragazza rabbrividiva dal freddo nonostante fosse infagottata da maglioni e giacca.
    Nadia era tornata a vivere nella sua casa d'infanzia sul mare, era cresciuta lì da quando la madre era morta, e suo padre che era andato a vivere in una grande città con un'altra donna, l'aveva affidata ai nonni; non provava rancore per suo padre, forse era giusto così. A 14 anni era andata anche lei in città a studiare, aveva fatto un corso veloce ed era andata a lavorare come impiegata in una grande azienda. Dopo qualche tempo, erano iniziati strani mal di testa. "E' la città" diceva il nonno "tu sei nata sul mare, devi restarci".
    Un giorno s'era decisa ed era andata dal medico, ne era seguita una serie interminabile d'esami e prove varie, poi la risposta terribile senza possibilità d'appello: tumore al cervello. Si, era possibile fare un intervento chirurgico, ma forse le conseguenze sarebbero state devastanti e lei aveva detto di no, si era licenziata ed era tornata a vivere sulle sue montagne con i nonni.
    Tutti i giorni, quando il male lo permetteva, raggiungeva la spiaggia e restava per ore a guardare il cielo e il mare e respirare l'aria fresca e pulita che veniva portata dalle onde, accompagnata dal volo di un gabbiano azzurro.
    Quel giorno si sentiva particolarmente stanca e se pensava che aveva solo 23 anni le veniva da piangere, ma non serviva a niente, tanto valeva godersi il poco tempo che le era rimasto. Aveva fatto molta fatica a raggiungere la spiaggia, chissà perché quel giorno era stato così faticoso! Era arrivata al piccolo golfo dove si fermava sempre a guardare il gabbiano, s'era seduta sulla sabbia e guardava il cielo. Il gabbiano riconosciutola aveva iniziato a volteggiare sopra di lei quasi per invitarla ma Sara era troppo stanca, chiuse gli occhi, voleva solo riposare.
    Il nonno di Sara era seduto davanti alla porta di casa in quel paese che d'inverno era abitato solo da vecchi, e guardava in alto il volteggiar dun'azzurro gabbiano, sembrava che invitasse qualcuno ad andare con lui. Improvvisamente un'altro gabbiano tutto azzurro iniziò a volteggiare e giocare nell'aria, il vecchio pescatore non aveva mai visto niente di simile. Due gabbiani azzurri che brillavano come sotto i raggi del sole, riflettendo il loro piumaggio del colore del cielo, quasi confondendosi con esso. Uno dei due gabbiani volteggiò un poco nel cielo e poi scese in picchiata verso la strada a planare sopra di lui, allora il Vecchio capì che quello ero lo spirito della sua bambina che si era liberato di quel corpo ormai malato che le procurava solo dolore e veniva a dirgli che ora era libera, e dopo tanto tempo il nonno sorrise, ora la sua bambina era finalmente libera, ora anche lui poteva andarsene serenamente, chiuse gli occhi per sempre per volare lassù con la sua bambina.
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    Edited by marica81 - 9/11/2005, 10:56
     
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  9. - Consuelo -
     
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    CITAZIONE (marica81 @ 9/11/2005, 10:55)
    Il gabbiano...

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  10. Absolute
     
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  11. marica81
     
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    una che piange e l'altra che ride... mettetevi d'accordo almeno, non vi piace?
     
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  12. - Consuelo -
     
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    no, senza offesa, ma veramente la storia non c'entra per niente!!!
    almeno per me.. la mari non so perchè se la ride.. spero non sia per le mie disgrazie!! dry.gif cry.gif


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  13. Absolute
     
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    no, davvero...era solo per il titolo del racconto shifty.gif tongue.gif
    il racconto in sè è molto bello! happy.gif
     
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  14. ElizaE
     
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    Il mio non lo commenta proprio nessuno?! sad.gif
    Uffi.. cry.gif
     
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  15. marica81
     
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    beh sul titolo vi posso dare ragione... ma la storia no, in questo topic si possono mettere tutti i racconti o storie, fiabe, leggende ecc... scritte da voi o meno. Tipo io quello del Gabbiano l'ho ricopiato da un libro ed era così non sò l'autore si sarà fatto un bicchierino prima! tongue.gif



    Incomprensioni... wacko.gif

    ...Cosa accade quando qualcuno pensa che qualcun altro pensi, e il qualcun altro non capisce cosa il qualcuno dice...

    Prendiamo per esempio una coppia Marco e Alessandra… Lui le propone di andare assieme al cinema, lei accetta. I due si divertono.
    Alcune sere dopo egli la invita a cena e di nuovo stanno bene assieme. Continuano a vedersi regolarmente e nel giro di poco tempo nessuno di loro vede più qualcun altro.
    Una sera rincasando, ad Alessandra viene in mente una cosa e senza pensarci dice:
    - Hai pensato che giusto oggi sono sei mesi che ci vediamo?
    Si fa un silenzio in auto...
    Ad Alessandra quel silenzio sembra pieno di significati.
    E pensa: - Mi chiedo se gli avrà dato fastidio che abbia detto questo, forse si sente oppresso dal nostro rapporto; forse crede che io voglia forzarlo a prendersi un impegno che lui non desidera o del quale non e molto sicuro.
    E Marco sta pensando:
    - Ma guarda, sei mesi...
    E Alessandra pensa:
    - Ma neanche io sono sicura di volere questo tipo di rapporto. A volte mi piacerebbe avere un po' più di libertà, per aver tempo di pensare a ciò che voglio veramente, per capire la direzione verso la quale ci stiamo muovendo lentamente... voglio dire, verso dove stiamo andando?
    Continueremo semplicemente a vederci a questo livello di intimità?
    Ci muoviamo verso il matrimonio? Figli? Una vita assieme?
    Sono pronta per questo tipo di impegno? Conosco veramente questa persona?
    E Marco pensa:
    - ...Quindi questo significa che era... vediamo... febbraio quando iniziammo a uscire, che era giusto dopo aver lasciato l'auto dal meccanico, e prima della semifinale di coppa... però...
    E Alessandra pensa:
    - E' sconvolto. Glielo leggo in faccia. O forse sto interpretando male. Forse vorrebbe di più dal nostro rapporto, più intimità, più impegno; forse lui ha sentito prima di me che ho delle riserve. Si, scommetto che e questo. Per questo non vuol dire niente dei propri sentimenti. Ha paura di sentirsi rifiutato.
    E Marco pensa:
    - ancora pochi giorni e poi iniziano i mondiali... bene, bene
    E Alessandra pensa:
    - E' arrabbiato. E io non posso biasimarlo.
    Anch'io lo sarei. Dio, mi sento cosi colpevole, facendogli passare questo, ma non posso evitare di sentirmi come mi sento. Semplicemente non mi sento sicura.
    E Marco pensa:
    - Certo che pero le partite sono veramente a degli orari del cacchio
    E Alessandra pensa:
    - Forse sono troppo idealista, aspetto che arrivi il principe azzurro sul suo cavallo bianco quando ho al mio fianco una persona perfettamente comune, normale e buona, una persona con la quale mi piace stare, una persona che davvero è importante per me e alla quale io importo. Una persona che soffre per le mie egocentriche fantasie da adolescente romantica.
    E Marco pensa:
    - va be' un paio di giorni me li prendo di malattia e per le altre partite qualche cosa mi invento
    - Marco ! - dice Alessandra a voce alta
    - Cosa ? - dice lui sorpreso
    - Per favore non ti torturare così - dice lei, con gli occhi velati di lacrime
    - Forse non avrei dovuto dirti... O Dio, mi sento cosi... - si interrompe singhiozzando
    - Cosa ? - dice Marco
    - Sono cosi stupida - singhiozza Alessandra - Voglio dire, lo so che non esiste quel principe. Davvero lo so. E' stupido. Non esiste né cavaliere né cavallo
    - il cavallo ? - dice Marco
    - Pensi che sono stupida, vero ? - dice Alessandra
    - N...n....no - dice Marco, contento finalmente di sapere una risposta del caso
    - E' solo che... solo che... ho bisogno di un po' di tempo - dice Alessandra
    C'è una pausa di 15 secondi durante la quale Franco, pensando più velocemente che può, cerca di dare una risposta sicura. Finalmente gliene viene in mente una che può funzionare:
    - SI'!!! - dice lui
    Alessandra, fortemente emozionata, prende la sua mano:
    - Oh, Marco, davvero pensi questo?
    - Cosa ? - dice lui
    - Questo sul tempo - dice lei
    - Ah - dice Marco -, s...s....sì
    Alessandra si volta per guardarlo e fissa profondamente il suo sguardo nei suoi occhi, rendendolo alquanto nervoso per quello che lei gli potrà dire soprattutto se ha a che vedere con un cavallo.
    Alla fine lei gli dice:
    - Grazie, grazie, grazie Marco
    - eh... p...prego ? - dice Marco
    Lui la porta a casa e lei si sdraia nel suo letto.
    E' un'anima che si tortura e si tormenta, e piange fino all'alba.
    Intanto Marco torna a casa sua, apre un sacchetto di patatine, si toglie le scarpe e la camicia, si libera dei suoi gas reconditi accende la tele e si immerge istantaneamente nella replica di una puntata del '86 di Happy Days.
    Una debole voce in uno degli angoli più reconditi della sua mente gli dice che qualcosa di importante è successo nell'auto, ma è del tutto sicuro che non c'era modo comunque di capirlo, per cui è meglio non pensarci.
    Il giorno seguente Alessandra chiamerà una delle sue migliori amiche, o forse un paio di loro, e parleranno della cosa per sei ore di seguito. In forma dolorosamente dettagliata, analizzeranno tutto quello che lei ha detto e tutto quello che lui ha detto, ritornando su ogni punto una e più volte, esamineranno ogni parola e ogni gesto per quanto minimo, considerando ogni possibile ramificazione. Continueranno a discutere il tema varie volte, per settimane, forse per mesi, senza arrivare mai a conclusioni definitive ma senza mai neanche annoiarsi del tema.
    Intanto Marco un giorno, mentre si accinge a vedere l'esordio degli azzurri ai mondiali con un amico, si acciglierà e dirà: - Luca ma… sai se Alessandra ha mai avuto un cavallo?
     
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39 replies since 19/10/2005, 16:27   817 views
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